Cenni Storici

LA MAGNA GRECIA
La Sicilia è tanto il ponte tra l’Europa e l’Africa quanto la piattaforma tra il Mediterraneo orientale e il Mediterraneo occidentale. Un tempo era al centro del mondo. I popoli si sono susseguiti senza tregua: popoli mitici e popoli storici, gli uni dopo gli altri, gli uni sugli altri. I Greci approdano vicino Taormina all’inizio dell’estate del 734 a.C. Per la Sicilia è un’esperienza fondamentale, il principio della propria storia. Il nome stesso che i Greci danno alla Sicilia e all’Italia meridionale- Magna Grecia- indica che per i Greci la Sicilia non è una semplice avventura coloniale, ma un destino. Il greco diviene la lingua per eccellenza della Sicilia, in cui scrivono storici, poeti e filosofi. Particolarmente lungo le coste i Greci fondano decine di città, alcune delle quali come Siracusa, Catania, Taormina, Gela, Agrigento sopravvivono sino ai nostri giorni. In queste città i Greci edificano, tra i tanti altri monumenti, quei teatri e quei templi che costituiscono il più prezioso patrimonio culturale della Sicilia antica. La magnifica Valle dei Templi di Agrigento, i templi di Selinunte, i teatri di Siracusa, Taormina e Tindari, questi edifici sfidano i secoli; Empedocle ebbe ragione di scrivere di questi popoli che “vivono nella spensieratezza dei consumi come se dovessero morire il giorno dopo e costruiscono come se non dovessero morire mai”. Grazie a questa concezione del mondo, i templi e i teatri sono ancora lì e ancora oggi, come allora, meravigliano la mente dei visitatori.

LA SICILIA MEDIEVALE
Dopo essere stata conquistata da Vandali e Ostrogoti e riconquistata dai Bizantini, la Sicilia diviene “Terra dell’Islam”. Ma benché i Musulmani governino la Sicilia per quasi 250 anni, della loro cultura materiale non sopravvive quasi nulla. Infatti, tutto ciò che in Sicilia è musulmano, risale all’età normanna. È grazie ai normanni che la Sicilia diviene cattolica nella religione, neolatina nella lingua, europea nella cultura. Grazie al mecenatismo di Ruggero II, Palermo accoglie i più significativi astronomi, geografi, matematici, filosofi e artisti del XII sec. In ogni caso solo in età normanna le maestranze musulmane, sia locali sia provenienti da Persia, Mesopotamia, Siria ed Egitto riescono a produrre opere destinate a pervenire sino a noi, in una sintesi mirabile fra Europa, Asia ed Africa.

Infatti, è proprio la virtù politica dei monarca normanni che riesce ad amalgamare le varie culture presenti nell’isola: la normanna, la greca, la musulmana e l’ebraica. Palermo, Monreale, Cefalù con le loro cattedrali e chiese possiedono delle testimonianze uniche nella loro bellezza e significatività. Difatti, i re normanni nonché i re e i viceré di Sicilia fino al 1713 godettero del privilegio di essere a capo anche della Chiesa, secondo una concezione per la quale il potere politico veniva conferito da Dio senza alcuna mediazione papale. Pertanto, l’immensa attività edilizia della monarchia normanna è uno strumento tanto della religione quanto della politica. La Sicilia fu dominata poi dagli Angioini, contro cui i Siciliani insorsero nel moto dei Vespri ed in seguito dagli Aragona e dagli spagnoli fino al 1713.

IL BAROCCO
A causa del terremoto del 1693, la Sicilia orientale fu distrutta e poiché imperava lo stile barocco le città furono ricostruite in quello stile, regalandoci degli stupendi esempi come quello di Noto, Modica, Ragusa, Scicli. Committenti furono principalmente Chiesa e aristocrazia. Innumerevoli sono gli edifici religiosi costruiti da Teatini, Domenicani, Francescani, Gesuiti. Non solo chiese, ma conventi, santuari, oratori, cappelle. Ma non mancano esempi di edifici profani quali palazzi e ville dell’aristocrazia. Tanto nella Sicilia orientale quanto occidentale, tanto nelle piccole quanto nelle grandi città, come a Palermo che, tra il XVII e il XVIII sec., diviene un autentico laboratorio di arte barocca.